Abbiamo mangiato al Ristorante Selvatico di Rivanazzano un ottimo dolce, la cui base era la Pomella genovese, frutto originario proprio dell’Oltrepò Pavese.
Abbiamo fatto qualche ricerca e abbiamo scoperto che l’area storica di diffusione di questa varietà di mela è precisamente la Valle Staffora. A rischio scomparsa per decenni, oggi questo frutto è tornato alla ribalta grazie all’Associazione di Produttori che ha promosso anche la Denominazione Comunale.
La Pomella della Valle Staffora è una mela di piccola dimensione (non bellissima da vedere) ma molto gustosa. Si usa raccoglierla ai primi di ottobre e si conserva in fruttaio fino a febbraio-marzo.
Si chiama “genovese” in quanto era consuetudine dei produttori di mele quella di recarsi per la vendita sul mercato ligure tramite le carovane che percorrevano i tracciati delle antiche vie del sale tra i due versanti dell’Appennino, piacentino-pavese a nord e tosco-ligure a sud. Queste carovane, tra le altre merci, portavano soprattutto varietà di mele che si conservavano a lungo, utili sulle navi per lunghi viaggi e in cui venivano stipate nella paglia.
Per tutelare e valorizzare la produzione tradizionale e il consumo della Pomella genovese è stata costituita un’associazione che riunisce i produttori dell’Oltrepò pavese.
Con sede a Ponte Nizza, l’associazione Pomella Genovese promuove la rinascita di questo frutto antico.