Giovedì 20 dicembre, presso i Musei Civici, apre una nuova sezione espositiva dedicata a illustrare il pensiero collezionistico di colui che fu il fondatore del patrimonio artistico pavese: il marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro (1754-1835).
La ‘Sala del collezionista. Grafica e arti applicate‘ intende offrire uno spaccato di quello che è l’aspetto più originale e meno noto dell’illuminato programma collezionistico del nobile pavese che comprendeva non soltanto dipinti, già noti al pubblico perché esposti nella Pinacoteca antica dei musei, ma anche opere di diverse tecniche artistiche che, per ragioni di conservazione, giacciono custodite nei depositi e quindi sono generalmente sottratti al pubblico godimento.
Tra queste, la raccolta di incisioni è forse il nucleo più cospicuo e originale. Il nuovo spazio permetterà di apprezzare la struttura della collezione del Malaspina e sarà dedicato alla rotazione delle opere grafiche e alle varie tipologie di oggetti che il marchese riteneva ‘accessori’ utili alla comprensione dello sviluppo della storia dell’incisione dalle origini alla metà del Settecento.
LA STORIA – Il Marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro nacque a Pavia nel 1754 da Francesco e dalla nobile pavese Caterina Beccaria. I biografi lo tramandano come uomo di raro ingegno e cultura, collezionista d’arte in tutte le sue forme, fedele alla Casa Imperiale d’Austria della quale fu nominato Gran Ciambellano per i suoi meriti di diplomazia e mediazione negli affari della corona. Fece costruire il palazzo in Piazza Petrarca destinandolo alle sue collezioni d’arte (dopo il secondo conflitto mondiale parte del Museo fu trasferita nel Castello Visconteo) e donandolo alla comunità di Pavia.