La Snia fu fondata a Torino nel 1917 da Riccardo Gualino, con il nome di Società di Navigazione Italo Americana (SNIA) e si occupava di commerci internazionali. Nel 1922, viene rilevato lo stabilimento di Pavia, un’area di 170.000 m² in viale Cremona. Fu una delle prime aziende in italia a produrre filati in rayon viscosa e fiocco e, durante i tempi d’oro del Dopoguerra, vi lavoravano circa 3000 persone.
A quei tempi era un vero un privilegio lavorare alla SNIA perché, a disposizione degli impiegati, c’era una mensa, una casa, un asilo per i figli, borse studio e vacanze in colonia.
Il suono della sua sirena, detta “corna”, dettava i tempi della giornata: si lavorava su due turni, dalle 8.00 alle 14.00 o dalle 14.00 alle 22.00.
L’ingresso della fabbrica era in via Dossi e la maggior parte dei dipendenti andava al lavoro a piedi, in quanto abitava in zona Santa Teresa, nei palazzi dipinti di giallo che la Snia aveva costruito per loro, o nei palazzi rosa in viale Sicilia. In via Dotti c’erano invece le case dei capiturno, degli ingegneri e degli impiegati e in via Maggi c’era il convitto destinato ai lavoratori che arrivavano da fuori Pavia e un Asilo.
Davanti alla Snia c’era poi la fermata del tram che ‘andava in città’ e proseguiva poi per corso Mazzini e corso Cavour fino alla Stazione e all’Ospedale S. Matteo (una sorta di attuale 3).
Sono tanti i ricordi legati alle vacanze con la colonia della Snia. I figli dei dipendenti potevano scegliere di trascorrere un mese nelle colonie al mare di Pinarella e di Lignano Sabbiadoro, o in montagna del Mottarone. Il signor Pietro ricorda che si partiva in un centinaio per ‘turno’, suddivisi in “Piccoli” (dai 6 agli 7 anni) “Medi”(dagli 8 ai 9 anni) e “Grandi” (dai 10 ai 12 anni), tutti in divisa, con basco, maglione, pantaloncini e scarponi.
Purtroppo i ricordi legati alla fabbrica sono anche meno nobili.
I residenti della zona lamentavano l’odore ricorrente proveniente dalla SNIA, probabilmente legato al solfuro di carbonio. Oltre a rendere l’aria malsana l’aria, causava anche non pochi inconvenienti, come morte dei gerani sul balcone o l’argenteria che si anneriva facilmente. Non bisogna dimenticare che, chi vi lavorava, lamentava l’aria irrespirabile e quanto fosse duro il lavoro, con le sue regole da rispettare.
Nel bene e nel male, la SNIA, insieme alla Necchi, è stata una delle più importanti realtà industriali di Pavia
Nel 1979 inizia la crisi dell’Azienda. Dapprima vengono messe in vendita le case dei dipendenti, poi l’intera area. La SNIA di Pavia chiude definitivamente i battenti nel 1982. L’intera area versa ancora in uno stato di totale degrado e aspetta ancora di essere bonificata.
(Fonte foto Archivio Chiolini)
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