Emanuela Daffra, Direttore regionale Musei Lombardia, annuncia la conclusione del restauro del cod. 822, magnifico esemplare miniato di “Graduale”, ovvero volume che raccoglie i canti delle messe che si susseguono nel Calendario Liturgico della Chiesa Cattolica.
Non si trattava di un libro ad uso personale, ma collettivo. Il codice infatti veniva aperto su un alto leggio al centro del Coro, in modo che tutti monaci potessero, seguirne i testi e le annotazioni musicali, ammirandone anche le miniature colorate. Gli archivi della Certosa di Pavia conservavano almeno 39 di questi preziosissimi codici.
Nel 1782 inizia la dispersione di uno dei più grandi giacimenti librari lombardi.
La Biblioteca della Certosa riuniva infatti più di 10 mila volumi. Un insieme unico che in parte fu trasferito alla biblioteca Braidense di Milano, in parte di quella Universitaria di Pavia. Era un patrimonio di grande ricchezza anche in termini di qualità, poiché sulle pagine dei volumi più antichi furono al lavoro i maggiori artisti e miniatori attivi per la corte dei Visconti prima e degli Sforza poi, grandi protettori del monastero pavese.
Le ricerche condotte nel tempo hanno reso possibile l’individuazione di molti libri da coro. Tredici di essi, compreso il cod. 822, dopo vicende anche movimentate sono ora tra i beni del Museo della Certosa, uno dei dodici istituti statali affidati alla Direzione regionale Musei Lombardia e saranno tutti oggetto di studio e restauro.
Grazie alla collaborazione dei monaci che gestiscono la Certosa a ottobre si aprirà eccezionalmente la biblioteca: una mostra presenterà il volume restaurato nel suo attuale contesto, il gigantesco contenitore che racchiude gli altri i tesori miniati ‘dormienti’.
Il restauro è stato accompagnato dalla ripresa fotografica ad altissima definizione di ogni pagina. Ogni codice, man mano che verrà restaurato, sarà documentato nel medesimo modo. Sarà così possibile sfogliare virtualmente l’intero corpus di libri e ‘ascoltare’ le musiche che su quei fogli sono annotate.
Si tratta del primo passo di un progetto complessivo più ambizioso che si intende portare a termine nel 2024 e rientra all’interno del progetto ‘Sleeping Beauty’ della Direzione Generale Musei.
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