A Pavia in Borgo Ticino, sul muro di una casa rossa in via Milazzo si trova scolpita una faccia di una signora con la lingua fuori.
Abbiamo chiesto in giro cosa significasse quella scultura raffigurante la testa di una donna beffarda che fa la linguaccia. La storia risale ai primi decenni del secolo scorso quando l’attività della lavandaia era molto importante grazie a quella che allora era l’acqua pulita e limpida del Ticino.
Quello della lavandaia era un lavoro faticoso e svolto dalla donne: le chiacchere e il pettegolezzo accompagnavano le loro lunghe giornate di lavoro lungo le sponde del fiume.
La leggenda racconta che l’imprenditore lavandaio per investire i denari guadagnati col lavoro della lavandaie fece costruire una casa sul proprio terreno ma per farlo, gli fu necessario fare diversi debiti.
Le lavandaie, nei loro discorsi, sostenevano che l’imprenditore ”avesse fatto la casa con le ruote” (l’àfat la cà cun sϋta i ròd in dialetto), ossia che da un giorno all’altro i creditori se la sarebbero potuta portar via.
In risposta a queste malelingue l’imprenditore fece aggiungere alla facciata della casa l’immagine della “Linguacciona” come una sorta di vendetta nei confronti delle malignità dette dalle lavandaie.
Per chi volesse andare a vederla, si trova proprio in fondo a Via Milazzo sulla destra.