La tradizionale pratica della ‘Cerca e cavatura dei tartufi in Italia’ è entrata ufficialmente nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dell’Unesco.
Questo patrimonio culturale immateriale è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere.
La candidatura all’Unesco è stata avanzata ben otto anni fa dalle associazioni dei tartufai ai Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura. Una candidatura portata avanti dal sottosegretario al Mibac, la senatrice Lucia Borgonzoni.
“È una grande notizia – commenta l’Assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli – che premia anche i territori lombardi”.
“Per quanto riguarda la Lombardia infatti, rientrano nel riconoscimento – ricorda – i territori tartufigeni dell’Oltrepò pavese e del Mantovano, autentiche miniere del rinomato fungo ipogeo, bianco e nero. È un grande successo per il patrimonio culturale della Lombardia. Che può adesso contare ben 20 riconoscimenti Unesco! Va senz’altro riconosciuto l’ottimo lavoro svolto dal Ministero della Cultura”.
Sono molti, anche pavesi, a non sapere dei piccoli tesori che si trovano nascosti sotto la terra dell’Oltrepò Pavese.
Il botanico e micologo Carlo Vittadini (1800-1865), operò presso l’Università di Pavia e percorse in lungo e in largo i territori dell’Oltrepo Pavese classificando ben 44 tipologie di funghi ipogei.
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