La città di Pavia era un antico accampamento romano e per questo le sue strade si incrociano ad angolo retto, difesa da una formidabile cerchia di mura romane.
Le antiche mura risalgono al III sec. d.C., successivamente ampliate nel 1130 circa.
Dell’una e dell’altra non rimane oggi alcuna traccia. Nell’ultimo decennio del sec. XII si costruì un’altra cerchia di mura, anch’essa scomparsa, di cui rimane soltanto qualche tratto tra Porta Stoppa e il Castello.
Sul Lungoticino Sforza rimane ancora in piedi buona parte di Porta Nuova, con archi in cotto.
In Lungoticino Visconti invece resta la Porta Calcinara, del XV secolo, una delle numerose porte dell’antica cinta muraria di Pavia.
Sotto la dominazione spagnola, la città fu circondata da una nuova cerchia di mura ad opera del governatore Francesco Gonzales.
Le imponenti mura spagnole furono demolite dopo il primo conflitto mondiale.
Ne rimane oggi qualche piccolo tratto verso il Ticino e dietro al castello, coi bastioni di Sant’Epifanio in viale Gorizia, di Santo Stefano in viale Nazario Sauro, di San Giustino in Piazzale di Porta Garibaldi, di Santa Maria alle Pertiche in piazza Emanuele Filiberto che oggi ospita il giardinetto pubblico con la fontana e della Darsena nei pressi dell’Idroscalo.
Delle numerose porte che si aprivano un tempo nel circuito delle mura, rimane oggi la porta Milano, l’unica delle antiche porte di accesso cittadine rimasta quasi intatta. Di inizio Ottocento, la porta è formata da due torrioni marmorei sormontati dalle statue del Ticino e del Po, sotto le quali transitano i pedoni diretti da Città Giardino al centro città e viceversa.
Le due colonne al centro provengono dalla distrutta basilica longobarda di Santa Maria alle Pertiche.
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