Una giornata di metà agosto, quando è tutto più tranquillo e il tempo sembra quasi rallentato, riusciamo a concederci un pranzo alla storica Trattoria Achilli, non lontano dal San Matteo e dalla Stazione.
Sì perché, stoicamente, quando la maggior parte dei locali sono chiusi, Achilli è aperto. “Per il pranzo di Ferragosto eravamo pieni” – ci dice soddisfatta Renata, la proprietaria.
Una volta entrati si respira subito quell’atmosfera di famiglia, di serenità, di tempi lontani e passati.
La Trattoria, nata nel 1968, è aperta solo a pranzo (escluso il sabato), anche la domenica.
Renata ci accoglie con un sorriso e con quella frase che riporta subito ai tempi della nonna: “Avete fame?”
Il locale è composto da un’unica grande sala con annessa la cucina. Tavoli, sedie e arredi ricordano le buone e genuine trattorie di una volta quando l’importante era soddisfare il palato e la voglia di stare insieme, senza troppi fronzoli.
Tre primi, tre secondi, contorni e dolci, il menù è all’insegna della semplicità e della tradizione. Renata ci tiene a sottolineare che tutti i sughi sono preparati tutti i giorni direttamente da lei, con un’attenzione particolare alla qualità dei prodotti utilizzati. “Qua non ci sono scatolette di latta!” – ci dice con un sorriso.
Noi abbiamo potuto apprezzare un ottimo piatto di paccheri al ragù e degli spaghetti alla amatriciana, con pasta cotta perfettamente al dente e un sugo che meritava la “scarpetta”.
Saltiamo i secondi e Renata ci tiene a farci provare la sua crostata ai frutti di bosco, rigorosamente fatta in casa.. una vera goduria per il palato.
Renata ci racconta di essere originaria di San Damiano al Colle, dove ancora oggi possiede una vigna dove viene realizzato il vino che ci viene servito in una tradizionale brocca di ceramica.
L’esperienza e il cibo genuino vale il “prezzo del biglietto” considerato che con meno di 20 euro a testa ci siamo fatti un pranzo piacevolissimo e ci siamo ricordati che la semplicità è la più grande ricchezza.