Se a Napoli c’è Pulcinella, a Torino c’è Gianduia, a Bergamo il colorato Arlecchino, anche Pavia ha la sua maschera di Carnevale: Famiola:
Una maschera pavese che però non è nota a tutti in città. Nacque in Borgo da un’idea del burattinaio Giuseppe Colla., esattamente al Teatro Bordoni in Via Milazzo purtroppo distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
L’aneddoto legato a questa maschera è questo: il burattino era uno dei primi in assoluto ad avere la mascella ‘muovibile’, apriva quindi la bocca “manovrata” quando parlava. Il pubblico capiva quando in scena la marionetta si scaldava un po’ e ad un certo punto per scatenare il personaggio urlava ‘vèra la buca Famiolaaa‘ e la maschera iniziava i suoi sproloqui.
Il nome deriva dall’espressione piemontese “l’ai fam” (ho fame). La prima volta che Famiola comparve sul palcoscenico, presso il Teatro Re, il suo interprete fu un attore appartenente a una compagnia piemontese, che gli prestò il dialetto di quelle terre e dalla frase ‘L’ai fam’ (ho fame) derivò il suo nome.
Famiola indossava pantaloni, gilet e giacca di panno rosso bordati di bianco, calze a righe bianche e rosse, scarpe nere con fibbia settecentesca, parrucca nera con codino rialzato stretto da un nastro rosso, uno zucchettino rosso sul capo e al collo una vistosa cravatta verde a farfalla.
Il burattinaio Colla era solito organizzare spettacoli di marionette per far divertire gli ospiti, nel suo palazzo nei pressi del Duomo. Il burattino Famiola era un po’ ubriacone ma patriottico facendo breccia nei cuori dei pavesi ovunque venisse rappresentato.