La secca record del Ticino di questo inverno, così poco piovoso, fa emergere alcune testimonianze della storia di Pavia. In Borgo, verso la fine di via Milazzo, è possibile vedere a pochi metri dalla riva parte della ‘Torre del catenone‘.
Dobbiamo immaginare che all’epoca dei Visconti, Pavia era uno dei porti fluviali più importanti dell’Italia del Nord; infatti tramite i suoi canali era possibile arrivare fino all’Adriatico con importanti carichi di merci.
Nell’ampia darsena (si estendeva dal collegio Borromeo e dai suoi orti) trovavano ricovero navi d’ogni tipo, dai grandi galeoni da trasporto alle veloci navi militari.
La costruzione della Torre del catenone risale agli inizi del XV secolo e aveva la finalità di difendere la darsena che ospitava la flotta viscontea. Dalla torre partiva una grossa catena che veniva assicurata alla sponda opposta del fiume per sbarrare il passo alle navi corsare che giungevano in città.
Come raccontava Mino Milani: ”La catena costituiva un ostacolo notevole, ma non fermò, nel luglio 1426, le navi della Serenissima repubblica di Venezia che, nel corso d’una guerra contro i Visconti, giunsero all’improvviso davanti alla città, ruppero il catenone, e se ne andarono cariche di prigionieri. La torre rimase in servizio, per così dire, giusto per un altro secolo; c’è da dubitare però che ancora servisse a tendere il catenone dopo l’epoca viscontea, quando Pavia cominciò a decadere, e con essa la sua flotta e il suo porto”.
Durante la battaglia di Pavia del 1525, i francesi trovandosi di fronte la Torre del catenone con alcuni archibugieri spagnoli che la difendevano, la distrussero e uccisero i suoi difensori.
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