La terapia CART è un approccio innovativo per il trattamento di alcuni tumori: le cellule immunitarie del paziente vengono istruite ad eliminare le cellulare tumorali. La settimana scorsa, per la prima volta per il San Matteo, questa terapia è stata utilizzata per il trattamento di un tumore ematologico altamente maligno.
All’interno dell’Ematologia è stato creato un “CAR-T team” coordinato dal prof. Luca Arcaini e composto da specialisti ematologi con altissima qualificazione clinica e scientifica: Antonio Bianchessi, Irene Defrancesco, Manuel Gotti e Elisa Roncoroni. Il team comprende anche personale infermieristico dell’Ematologia Sezione Trapianti, coordinato da Martin Hoffmann e Franca Rossetti.
L’impiego di queste terapie che oggi si definiscono di precisione e che sono molto potenti e specifiche richiedono la stretta collaborazione con numerose specialità mediche.
Fondamentale è il supporto dei medici del Servizio di Immunoematologia, diretto da Cesare Perotti, che si occupa della raccolta dei linfociti, dei medici della Terapia Intensiva Generale (direttore Francesco Mojoli), di quelli dell’ Anestesia e Terapia Intensiva Cardiotoracica (direttore Mirko Belliato), dell’Anatomia Patologica (direttore Marco Paulli), della Radioterapia (direttore Andrea Filippi), della Farmacia (direttore Monica Calvi), del medico responsabile della Stroke Unit del Policlinico Anna Cavallini e di un neurologo di grande esperienza come Enrico Marchioni del IRCCS Mondino.
“Abbiamo applicato questo trattamento innovativo per curare una paziente con linfoma aggressivo resistente alle terapie convenzionali – spiega Luca Arcaini, direttore della SC Ematologia della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo -. La terapia CART consiste nel prelevare le cellule T del paziente che vengono poi geneticamente ingegnerizzate ed educate a riconoscere e aggredire le cellule tumorali. Una parte significativa di pazienti che un tempo sarebbe rimasta senza trattamenti efficaci ha ora una concreta possibilità di cura”.
“Per l’Ematologia di Pavia è un importante traguardo che la pone alla pari delle più prestigiose istituzioni ematologiche italiane e straniere. Ci apriamo ora a ulteriori prospettive di cura con le CAR-T non solo nei linfomi aggressivi ma anche nella leucemia acuta linfoblastica, nel linfoma follicolare e nel mieloma” conclude il professor Arcaini.