Il programma di “eccellenza”, fortemente raccomandato dal CNT, ha permesso a 7 pazienti affetti da insufficienza renale terminale di abbandonare o evitare la dialisi, grazie al trapianto di reni donati dai propri cari.
I donatori e i riceventi stanno bene e sono ritornati alle proprie occupazioni. Il più giovane trapiantato ha sostenuto l’esame di maturità dopo appena 4 mesi dall’intervento.
“Gli ottimi risultati ottenuti sono il frutto di una stretta sinergia tra territorio e ospedale, tra medici ed infermieri, tra i diversi specialisti ospedalieri durante la fase di studio della coppia, nonché tra Nefrologi e Chirurghi al momento effettivo del trapianto” – spiega Massimo Abelli, Responsabile della SSD – Trapianti addominali.
Dal 2009, anno in cui è stato attivato il “Programma da donatore vivente”, sono stati eseguiti 68 interventi di prelievo e trapianto di rene; “un numero che è destinato a crescere rapidamente poiché altre tre coppie hanno terminato il percorso durante l’estate ed altre ancora sono in fase di valutazione” chiosa il chirurgo del San Matteo.