La zona rurale vicino a Rivanazzano, da qualche anno, è diventata luogo di lavoro per gli scavi archeologici del gruppo di studenti coordinato dal Professor Stefano Maggi, ordinario della cattedra di Archeologia presso l’Università di Pavia. Ormai si è giunti alla quinta campagna di scavi che ha fatto venire alla luce diversi resti di epoca romana. Un progetto importante sia da un punto di vista archeologico ma anche per la ricostruzione del paesaggio storico che ne deriva.
Anzitutto è stato curioso il modo in cui i lavori sono iniziati: ”L’archeologia può avere anche un fattore di casualità e nella fattispecie a Rivanazzano è successo così – ci racconta il professor Maggi– Tutto ha avuto inizio nel 2015 grazie ad una segnalazione di un appassionato. La segnalazione che mi era stata mandata, grazie al periodo di grande siccità, faceva notare qualcosa di strabiliante: dalle immagini di Google Earth si notava l’ingiallimento delle erba disegnare la pianta di una grande fattoria. Dopo la visura del sito abbiamo fatto una ‘survey’, cioè una ricognizione di superficie, la quale confermò la presenza di diverso materiale. All’atto pratico della possibilità di scavare però il contadino proprietario del terreno non volle far proseguire gli scavi”.
L’anno successivo, a meno di un km da quello scavo, i lavori sono proseguiti presso la cascina Boarezza, grazie alla volontà del proprietario, l’avvocato Alpeggiani. ‘‘Lo scavo in cascina Boarezza ci ha dato un ottimo riscontro perché quell’anno abbiamo trovato grande vano di un rustico romano pieno di materiale. Dopo lo scavo del 2016 abbiamo deciso di proseguire trovando tre stanze, l’aia e probabilmente un deposito ma c’è ancora tanto lavoro da fare” .
I ritrovamenti e le tecniche di scavo poco invasive, hanno provocato un effetto domino tra i proprietari dei terreni vicini che hanno fatto altre segnalazioni.
”Così è successo con la Cascina Isola Felice che ci ha dato grande soddisfazione. Durante i lavori di scavo sono stati trovati fondazioni murarie dei rustici, materiali come ceramiche, grandi anfore, vasellame da cucina, un bronzetto di mercurio, uno spillone di bronzo e qualche moneta fondamentali per datare e risalire al periodo“, ci racconta il Prof. Maggi che abbiamo contattato telefonicamente.
La via Postumia e la ricostruzione del paesaggio
Oltre al materiale ritrovato, un effetto importante di questi scavi è legato alla ricostruzione del paesaggio storico che ha trovato grande riscontro anche da parte dei rivanazzanesi che vedono una continuità storica dei luoghi da loro abitati. ”La cosa bella è che il paesaggio di oggi, dopo duemila anni, ripercorre le linee organizzative che i romani avevano dato – racconta il prof. Stefano Maggi- Da Voghera passava la via Postumia, una delle più grandi strade imperiali. Era ovvio che lungo queste grandi vie c’erano le divisioni agrarie per lo sfruttamento dell’agricoltura e nel corso di due millenni quelle linee guida sono state mantenute. Basti pensare che presso le cascina moderna c’è quasi sempre la cascina romana: in sostanza stiamo facendo un progetto di ricostruzione del paesaggio storico per mostrare che c’è questa continuità“.
Il progetto con le scuole
Il lavoro del Professor Maggi ha anche l’intento di avvicinare i giovani all’archeologia senza relegarla in una nebulosa non avvicinabile: ”Siamo molto contenti perchè lavoriamo anche con scuole locali: elementari e medie. Poi quest’anno, nell’ambito di un progetto scuola-lavoro, abbiamo portato sul campo un liceo di Vigevano con grandissima soddisfazione per noi e per loro. Ci hanno aiutato tantissimo, immaginate una squadra di 25 ragazzi al lavoro! Una bella esperienza perché si può pilotare i ragazzi verso l’archeologia moderna come un lavoro d’equipe che richiede competenze e conoscenze diverse“.
Per sapere di più sugli scavi di Rivanazzano, il professore Stefano Maggi terrà una conferenza domenica 27 settembre, ore 17.30 presso il Museo di Casteggio.
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