Tra i tanti misteri che riguardano la vita di Cristoforo Colombo ce n’è uno che tocca anche Pavia. Pare infatti che, parte dei resti del celebre navigatore, siano conservati presso l’Università di Pavia.
Raccolte in una piccola teca a forma piramidale chiusa nella cassaforte della Biblioteca Universitaria di Pavia, troverebbero accoglienza parte delle ceneri del grande navigatore, che nel 1492 scoprì l’America.
Sui quattro lati della base di questa teca si può leggere:
‘Ceneri di Cristoforo Colombo – Donate all’Università di Pavia dall’Arcivescovo Cocchia, Vicario Apostolico di San Domingo, 25 marzo 1880 – Presentate dal P. Bernardino di Milia, 5 agosto 1880 – Reliquias heic Christphori admirare Columbi: Ignotum mundum cui reperisse datum’.
Tra storia e leggenda
Colombo morì a Valladolid, in Spagna, e nemmeno i suoi resti trovarono pace dopo la sua morte. Fecero un lungo viaggio in giro per il mondo tra Spagna (Siviglia), Santo Domingo e Cuba. E qui la storia si intreccia con la leggenda.
Il delegato apostolico di Santo Domingo, Monsignor Rocco Cocchia durante i lavori di restauro della cattedrale trovò una cassetta di piombo recante alcune iscrizioni che la indicavano come contenente i resti di Cristoforo Colombo.
Le ceneri di Colombo arrivarono a Pavia dopo che furono divise in tre parti da Monsignor Cocchia. Una parte fu inviata a Genova, dove si conservano in un’urna a Palazzo Tursi – sede del Municipio; una parte fu mandata in Venezuela, prima terraferma che scoprì Cristoforo Colombo, e l’altra fu spedita a Pavia, perché si credeva che il grande navigatore avesse studiato nella nostra famosa Università.
A sostenere questa tesi, era il vice bibliotecario dell’Università di Pavia, il dottor Carlo Dell’Acqua che, in uno scritto inviato nel 1877 (dopo la scoperta dei resti) a Monsignor Cocchia, chiedeva di poter conservare a Pavia parte dei suoi resti.
Il dono della reliquia storica portò all’idea di erigere anche un monumento. Infatti, in uno dei cortili dell’Università di Pavia, si trova un busto di Colombo, opera dello scultore Alessandro Martegnani. Sopra il basamento di granito rosa sono sistemati simboli nautici opera dello scultore Luigi Salvadè: ancora, bussola, remi, un mappamondo e un cannocchiale, e sui lati due delfini a testa in giù.
E se Cristoforo Colombo fosse lombardo?
Nel 2007 la ricercatrice di Voghera Natalia Lugli ha dimostrato, con 100 analisi del Dna su vari “Colombo” piemontesi, pavesi e liguri, che Cristoforo Colombo può vantare origini lombarde.
Secondo un’altra teoria, Colombo potrebbe essere figlio naturale di papa Innocenzo VIII e che avrebbe studiato alla Certosa di Pavia tra i 12 e i 14 anni di età, cioè tra il 1458 e il 1461.