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La chiesa di Pavia sorta grazie ad un miracolo della Madonna

La Chiesa di Santa Maria di Canepanova è il più rilevante monumento cinquecentesco di Pavia.

Siamo in via Defendente Sacchi e dietro una facciata abbastanza anonima e in parte incompiuta si nasconde un gioiello da scoprire.

Una volta entrati si resta affascinati dagli affreschi colorati e dalla ricchezza dei lori dettagli, che fanno di questa chiesa una piccola pinacoteca del Seicento lombardo. La forma è ottagonale, con otto grandi archi separati da colonne che racchiudono nicchie decorate a con motivi barocchi.

Ma vogliamo concentrare la nostra attenzione su un piccolo affresco sull’altare maggiore raffigurante una Madonna, l’opera più antica già esistente al momento della costruzione della chiesa.

Da qui parte infatti la storia della Chiesa di Santa Maria di Canepanova.

Dove ora si trova la chiesa, sorgeva prima un’abitazione di una antica e nobile famiglia pavese, i Canepanova. Sul muro esterno della loro casa si trovava un affresco della Madonna che allatta un bambino che si riteneva potesse fare miracoli.

Il numero di pellegrini che arrivava per venerare l’immagine sacra aumentò sempre di più ed è così che si decise di costruire un Santuario per custodire e proteggere l’opera.

I Canepanova donarono il terreno della casa e nel 1500 si pose la prima pietra del santuario.

C’è chi attribuisce il progetto iniziale come opera del Bramante, più realistica invece la teoria che attribuisce i lavori iniziali a Giovanni Antonio Amadeo, architetto pavese che fece costruire il tiburio del duomo di Milano.

Nacque così il santuario della Madonna di Canepanova, che prende appunto il nome dall’immagine di Maria venerata all’interno e dalla famiglia che lo finanziò. 

Una volta entrati è meraviglia.