Il San Matteo di Pavia, oltre ad essere in prima linea ormai da un mese nella lotta contro il coronavirus, lo sarà anche nella seconda fase, quella della lenta ripresa.
La società multinazionale DiaSorin, specializzata nel settore delle biotecnologie, ha comunicato di aver completato, proprio presso il Policlinico San Matteo di Pavia, tutti gli studi necessari al lancio di un nuovo test biologico ad alto volume di processamento per rilevare la presenza di anticorpi nei pazienti infettati dal coronavirus, capace quindi di dare una sorta di ‘patente di immunità’ dal virus.
Il test serve a rilevare che una persona che ha contratto il virus, considerata guarita perché negativa a due tamponi a distanza di qualche giorno, ha sviluppato quegli anticorpi che gli consentiranno di non ammalarsi di nuovo.
“Quindi da una parte ci sarà chi riceverà una ‘patente di immunità’, dall’altra parte, chi non risulterà immune, dovrà continuare a mantenere le precauzioni attualmente adottate per tutti”, ha detto Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia.
In un’intervista con Sky TG24 Fausto Baldanti, virologo del Policlinico San Matteo Pavia, ha spiegato che un test su larga scala è fondamentale per combattere l’epidemia di coronavirus.
“Il suo utilizzo ci permetterà di ottenere due informazioni fondamentali: quanto il virus ha circolato e quante persone possono ritenersi immuni. Questa carta d’identità non può basarsi su tutti gli anticorpi, ma solo su quelli in grado di bloccare il virus. Il test di DiaSorin ci permetterà di compiere gli studi di larga scala necessari”
Da Regione Lombardia fanno sapere che entro due settimane è attesa la certificazione CE, poi si potrà partire con i test sulla popolazione.
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