La presenza di una parte delle ceneri di Cristoforo Colombo a Pavia rappresenta un affascinante intreccio di storia, leggenda e devozione.
Conservate presso la Biblioteca Universitaria della città, queste reliquie alimentano ancora oggi interrogativi e curiosità sulla vita e le vicende post-mortem del celebre navigatore che scoprì l’America nel 1492.
Dopo la sua morte nel 1506 a Valladolid, le spoglie di Colombo subirono diverse traslazioni.
Inizialmente sepolto a Santo Domingo, il suo corpo fu trasferito a Cuba e successivamente a Siviglia. Tuttavia, una parte delle sue ceneri intraprese un percorso diverso, giungendo infine a Pavia.
Nel 1880, un rappresentante del Vaticano a Cuba (Monsignor di Milia) diede una piccola quantità delle ceneri di Colombo all’Università.
Il Legame con l’Università di Pavia:
La motivazione principale dietro la presenza delle ceneri a Pavia risiede in un’antica credenza, sostenuta anche dal figlio Fernando Colombo, secondo cui Cristoforo Colombo avrebbe studiato presso l’Università di Pavia.
Sebbene questa tesi non sia stata definitivamente confermata da prove storiche, essa radicò una forte connessione tra il navigatore e la città.
Dove sono conservate le ceneri di Cristoforo Colombo
Le ceneri sono oggi custodite in una teca piramidale all’interno della cassaforte della Biblioteca Universitaria di Pavia. Si tratta di piccoli frammenti ossei, testimonianza di un passato glorioso e di un legame, seppur avvolto nel mistero, con la città.
Sui quattro lati della base di questa teca si può leggere:
‘Ceneri di Cristoforo Colombo – Donate all’Università di Pavia dall’Arcivescovo Cocchia, Vicario Apostolico di San Domingo, 25 marzo 1880 – Presentate dal P. Bernardino di Milia, 5 agosto 1880 – Reliquias heic Christphori admirare Columbi: Ignotum mundum cui reperisse datum’.
Il busto di Cristoforo Colombo nei giardini dell’Università
Il dono della reliquia storica portò all’idea di erigere anche un monumento. Infatti, in uno dei cortili dell’Università di Pavia, si trova un busto di Colombo, opera dello scultore Alessandro Martegnani.
Sopra il basamento di granito rosa sono sistemati simboli nautici opera dello scultore Luigi Salvadè: ancora, bussola, remi, un mappamondo e un cannocchiale, e sui lati due delfini a testa in giù.
Sebbene la certezza di un suo effettivo passaggio presso l’ateneo pavese manchi, la conservazione di queste reliquie rappresenta un importante elemento del patrimonio storico e culturale della città.
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