Abbiamo avuto il piacere di essere ospiti presso l’Arnaboldi Palace. In questa occasione ci è stato regalato il libro “Resistente come il ferro, trasparente come il vetro” di Antonella Zacchetti grazie al quale siamo a venuti a conoscenza della storia della Cupola Arnaboldi.
C’è un forte legame fra la Cupola Arnaboldi di Pavia e la Galleria Vittorio Emanuele di Milano.
Il 17 marzo 1865, il diciottenne Bernardo Arnaboldi Cazzaniga, originario di Albaredo Arnaboldi, un paese dell’Oltrepo Pavese, si reca a Milano in Piazza Duomo per assistere alla posa della prima pietra della Galleria Vittorio Emanuele, dedicata al primo re d’Italia.
Nel 1877, Bernardo Arnaboldi fu eletto sindaco di Pavia e decise di far costruire anche a Pavia una galleria con cupola, simile a quella di Milano. Avrebbe così dato ai pavesi una piazza coperta destinata a agricoltori e allevatori per negoziare scambi e prezzi. Decise così di farla nascere in pieno centro, fra Corso Strada Nuova (allora Corso Vittorio Emanuele) e Piazza del Lino (allora Piazza del Popolo). Il suo desiderio era costruire un palazzo, di forma ottogonale, sormontato da una cupola in ferro e in vetro.
Il progetto fu affidato a Ercole Balossi Merlo, suocero di Bernardo, un architetto che ragionava in grande e il risultato fu spettacolare.
Sotto la guida di Balossi, fu issata un’enorme cupola, realizzata con materiali prodotti dalla Necchi di Pavia e vetri importati dal Belgio. Sopra il cupolone fu posizionato un parafulmine a sfidare il cielo.
Il lavori si conclusero nel 1882.
Intorno alla piazza a forma di ottagono, aprirono negozi e uffici. Ai piani superiori invece trovarono posto lussuose abitazioni.
La residenza pavese della famiglia Arnaboldi però rimase la grande villa che si trova tutt’ora tra via della Rocchetta e la chiesa di San Michele.
Bernardo Arnaboldi sognava una città capace di riscattarsi dalla maledizione di San Siro, il Santo Patrono che – a quanto si tramanda – condannò i cittadini pavesi a un destino di infelicità. Fece tutto il possibile per realizzare il suo sogno, fino a quando morì nel 1918.
Dopo gli anni del Fascismo, nella cupola erano arrivate la Camera di Commercio, il Consorzio Agrario e alcuni prestigiosi negozi affacciati su Strada Nuova, come la farmacia Rovello e la gioielleria Fassina. Ai piani superiori alcune famiglie avevano fissato la loro dimora e al piano nobile si trovava il Circolo del Bridge.
Successivamente Alberto Ricevuti, sindaco di Pavia nel 1951, acquistò l’appartamento più bello, all’ultimo piano.
Ricevuti si adoperò per il rilancio economico della città e la rese più prospera, bella e accogliente. Inaugurò il nuovo Ponte Coperto, costruito a somiglianza di quello antico, distrutto dai bombardamenti.
Dal 2018 è possibile dormire in lussuose suite nelle stanze all’ultimo piano della Galleria Arnaboldi. Dopo un prestigioso lavoro di ristrutturazione, il piano nobile della Galleria è stato unito e trasformato in un piccolo hotel di lusso: l’Arnaboldi Palace. Il grande salone che accoglie gli ospiti nel lussuoso hotel, nel passato ebbe il ruolo di esclusivo circolo del bridge.
Arnaboldi Palace
Via Varese 8
+39 0382571072