Storicamente Pavia era chiamata ‘Città delle cento torri‘.
Oggi è possibile ammirarne svettare al cielo solo cinque: tre in Piazza Leonardo da Vinci, fra cui quella del Maino che raggiunge un’altezza di 50 mt. Scendendo per Via Luigi Porta si trovano la torre di San Dalmazio (41 mt.), la Belcreda la più alta in città (60 mt.) e una in Piazza Borromeo Casa Lacchini, anche se la base è diventata un’abitazione.
Altre vanno cercate pazientemente tra i vicoli: ed ecco apparire la torre di S. Margherita in piazza Borromeo, di San Tommaso, Casa Ferri e molte altre ormai dimenticate.
Il numero si è drasticamente ridotto a causa di crolli o demolizioni, alcune sono state abbassate e trasformate in abitazioni, ancora ben visibili ad esempio in Corso Garibaldi. In Piazza della Posta si trova una torre che ha perso la sommità.
Nel XII secolo, la torre era simbolo di prestigio.
“I sciur dlä cità” per diventare sempre più potenti, si facevano costruire vicino a casa la torre più alta, come se l’altezza rappresentasse ricchezza e potenza della famiglia.
Qualcuno conosce anche la leggenda della donna che abitava sulla riva del Ticino e riceveva i pavesi di alto rango che le chiedevano consigli su come diventare nobili.
La risposta era sempre la stessa:
“Chi vicino o incorporata nella propria casa avesse costruito la torre più alta avrebbe preso il dominio di Pavia e di conseguenza su tutti i pavesi.”
La torre più elevata c’è ancora, è la torre del Maino, nei pressi dell’Università. Se la se osservate bene noterete dei pappagallini verdi svolazzare tra le fessure della stessa e sugli alberi sottostanti.
La più importante ricostruzione è l’affresco del Lanzani nella chiesa di San Teodoro. E’ possibile vedere come era Pavia con un gran numero di torri, risale all’epoca rinascimentale.
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