Come spesso accade, le cose più belle le abbiamo sotto gli occhi ma non le notiamo.
In piazza Botta a Pavia si trova un ex monastero benedettino femminile, fondato in epoca Longobarda.
I più lo conosceranno come l’attuale sede dei Dipartimenti di Filosofia e di Psicologia e del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Pavia con il nome di Palazzo San Felice, ma la sua storia comincia da molto lontano.
Le prime notizie certe sul monastero risalgono al 760, quando i re longobardi Desiderio e Ansa lo sottoposero all’autorità di Santa Giulia a Brescia. Era allora noto come ‘Monastero della Regina’.
Tra le badesse più illustri, Andriola de’ Barrachis si distinse come abile pittrice, come dimostrano i suoi dipinti conservati nei Musei Civici di Pavia.
Fu proprio lei, nell’ultimo decennio del XV secolo, a volere un rinnovamento in stile rinascimentale del monastero, lasciando un’impronta indelebile sulla sua architettura.
Dal 1793 l’edificio fu trasformato in orfanotrofio e rimase tale fin verso il 1970, quando i locali del monastero di S. Felice vengono venduti all’Università degli Studi di Pavia
Cosa vedere:
La chiesa
La vecchia chiesa è visibile esternamente lungo via San Felice (ex via orfanotrofio) e le sue origini risalgono alla metà dell’VIII secolo.
Durante scavi del 1996/97, nella chiesa vennero ritrovate otto tombe alla cappuccina di età longobarda, alcune delle quali affrescate internamente con immagini sacre tuttora visibili.
All’interno dei sepolcri furono ritrovati anche resti di oggetti appartenenti alle monache, tra cui un velo, dei calzari e un anello i bronzo dorato con una gemma.
Attualmente la chiesetta è adibita ad aula studio.
La cripta
Sotto la chiesa è presente una cripta, importante testimonianza dell’architettura longobarda a Pavia.
L’ambiente è costituito da uno stretto corridoio su cui si aprono tre nicchie scavate nel muro occupate da cavità sepolcrali, databili X secolo.
Il soffitto è ad arco con irregolari volte a crociera, dove è possibile scorgere tracce di colore verde e nero.
Interessante notare su un pilastro un testo in latino che riporterebbe le motivazioni della costruzione della cripta.
Chiostro
Presso la chiesa si trova un grande chiostro rinascimentale, realizzato intorno alla fine del 1400, per merito della badeassa Andriola.
Il cortile, in stile rinascimentale, è provvisto di 30 colonne in marmo con un pozzo nel centro. Sopra un un capitello fu incisa una scritta che ricordava come la badessa avesse fatto realizzare l’opera nell’anno 1500.
Nel 2023, dopo un importante lavoro di restauro, il chiostro torna al suo originario splendore.
Quando si può visitare
Il monastero attualmente ospita dipartimenti dell’Università di Pavia. L’accesso al pubblico potrebbe essere limitato o richiedere autorizzazioni specifiche.
Nel corso dell’anno, vengono organizzate visite guidate.