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Pavia custodisce un tesoro verde: la sua storia? Non tutti la conoscono

La Rete degli Orti Botanici della Lombardia celebra un anno di successi e guarda al futuro.

Gli spazi verdi aderenti al circuito, incluso l’Orto botanico di Pavia, hanno visto un’affluenza complessiva di visitatori che sfiora quota 400.000 tra visitatori e partecipanti alle iniziative realizzate anche fuori dagli orti.

L’Orto Botanico di Pavia, grazie a importanti lavori di restauro finanziati con i fondi PNRR e ormai in fase di ultimazione (che hanno incluso la realizzazione di nuove collezioni e il rifacimento delle Serre di Scopoli), ha organizzato eventi di rilievo locale e regionale, come la Festa di Primavera, la Festa del Roseto e Horti Aperti.

Nonostante l’apertura limitata agli ultimi due fine settimana di febbraio e ai quattro mesi successivi, l’Orto botanico ha registrato oltre 7.000 visitatori.

È impossibile visitare l’Orto Botanico di Pavia senza notare il suo simbolo più rappresentativo: il Platano di Scopoli.

Si tratta di uno degli alberi più grandi della Lombardia, con un’altezza che supera i 45 metri e una circonferenza del fusto pari a 760 cm. La sua chioma maestosa domina il paesaggio circostante.

La tradizione, sebbene non supportata da prove documentali certe, narra che sia stato piantato nel 1778 da Giovanni Antonio Scopoli, allora direttore dell’Orto Botanico, in commemorazione della morte di Carlo Linneo, il padre della classificazione degli organismi viventi.

Questa data lo renderebbe un albero di oltre 245 anni.

Il suo valore è stato riconosciuto anche a livello regionale, essendo incluso tra gli alberi monumentali della Lombardia.

Questo riconoscimento è stato accolto con particolare entusiasmo in occasione dei 250 anni dell’Orto Botanico di Pavia, del 245° compleanno del Platano stesso e del tricentenario della nascita di Giovanni Antonio Scopoli.