Il panettone, re indiscusso delle tavole natalizie, è universalmente associato a Milano.
Tuttavia, una storia affascinante supportata da alcuni documenti storici, suggerisce che le sue radici potrebbero affondare nel territorio pavese.
Questa narrazione, pur non essendo universalmente accettata, offre uno spunto interessante per ripercorrere le origini di questo dolce iconico.
Le Prime Tracce: Il Collegio Borromeo e i “Pani Grossi”
Una delle prove più concrete a sostegno della tesi pavese risale al 1599.
Nei registri del Collegio Borromeo di Pavia, precisamente nelle spese per il pranzo di Natale, si menzionano “tre libbre di burro, due di uvetta e due once di spezie” destinate alla preparazione di “13 pani grossi”.
Questa descrizione, sebbene non identica alla ricetta moderna del panettone, presenta notevoli somiglianze.
Questo documento è considerato da alcuni storici come una testimonianza precoce di un dolce antenato del panettone, preparato proprio a Pavia.
Il “Panaton” nel Dizionario Milanese-Italiano del 1606
Un’altra pietra miliare in questa ricerca è la prima definizione ufficiale del termine “panettone“.
Nel dizionario milanese-italiano del 1606, si trova la voce “panaton“, descritto come un “grosso pane preparato a Natale“.
Questo documento, pur essendo di origine milanese, attesta l’esistenza e la diffusione di questo tipo di pane già all’inizio del XVII secolo, aprendo la possibilità che la sua origine fosse anteriore e magari localizzata in aree limitrofe come il Pavese.
I Milanesi non la prenderanno sicuramente bene, fieri dell’origine meneghina del Panettone ma, come si suol dire, carta canta e il documento con la ricetta è conservato presso il nostro Collegio Borromeo.
La storia dell’origine del panettone rimane quindi un argomento aperto al dibattito.
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