La statua della Minerva accoglie i visitatori ed è un simbolo della città di Pavia.
L’opera fu realizzata dallo scultore Francesco Messina nel 1938 e inaugurata il 22 gennaio 1939, in piena era fascista. La Minerva, secondo la mitologia romana era la Dea della sapienza, della saggezza e della guerra.
Sparse per l’Italia ve ne sono altre: la più famosa, molto simile alla statua della Minerva di Pavia, si trova a Roma.
Ci sono degli aneddoti poco conosciuti a proposito della della statua più famosa di Pavia. Ne vediamo 4:
1. La lancia
In tutte le rappresentazioni, la Dea tiene la lancia rivolta verso l’alto in segno di trionfo, invece la lancia della “nostra” ha la punta verso il terreno.
Si dice che la Minerva “pavese” sia diversa a causa di un banale errore durante la costruzione.
E’ più probabile invece che l’orientamento della lancia verso il basso stia ad indicare l’eccellenza della cultura a discapito delle armi.
Forse proprio da questo legame con l’Università deriva una scaramanzia tipica degli studenti pavesi.
Un ex-studente universitario ci racconta che prima di laurearsi è severamente vietato guardare la Minerva negli occhi. Pena la mancata conclusione degli studi universitari.
2. I seni coperti
E’ molto probabile che originariamente la Dea avesse i seni scoperti, ma l’ipocrisia e la pudicizia di un tempo l’avessero vietato.
Il suo scultore quindi, Francesco Messina, fu obbligato a coprirla con una placca leggera a forma di mantellina.
3. Marmo e bronzo
Il corpo della statua della Minerva, visibile solo nelle braccia e nel viso, è di bronzo, mentre il vestito è di marmo.
4. Rivalità con Milano
La Statua della Minerva volta le spalle a Milano, nemica di sempre.
Con lo scudo e la lancia sembra voler controllare e difendere la città.
Un’ultima curiosità:
Francesco Messina ha realizzato anche la statua del Regisole in Piazza Duomo e il cavallo di bronzo della Rai.