Abbiamo avuto il piacere di entrare nell’atelier studio del noto artista pavese Stefano Bressani: un mondo fatto di colori e tessuti che ci ha davvero affascinato come la storia di questo genio pavese.
Il percorso verso il successo di Stefano è infatti unico.
Figlio del ceto medio (padre impiegato e madre casalinga), dopo gli studi lavora per 15 anni presso uno studio di progettazione meccanica. ”Quattro mura grigia senza poter aprire le finestre, sembrava di stare in uno zoo...” ci racconta.
La sua passione è un’altra: vuole esprimere la sua forma d’arte.
”Quando tornavo a casa, dopo l’ufficio e la palestra dove facevo anche l’istruttore di fitness, mi dedicavo al mio terzo lavoro. A tarda sera mi mettevo in cucina e ritagliavo le stoffe per creare le mie prime opere vestite’‘.
Un giorno l’artista decide di abbandonare il posto fisso, quello che tutti i genitori ti dicono di non lasciare. Sembra un salto nel buio ma non lo è, perché il talento innato di Stefano gli dà ragione: da allora il ‘Sarto dell’Arte’ crea oltre 500 opere uniche e diventa il padre fondatore di una nuova tecnica riconosciuta dal mondo dell’arte.
‘‘Sono sempre stato un estimatore di un grande maestro dell’arte contemporanea: Picasso. Ispirandomi al suo cubismo ho iniziato questo percorso, con questo amore per la sua scomposizione folle dal quale sono partito e ho elaborato così un mio personale modo di interpretare l’arte attraverso l’utilizzo dei tessuti, non delle stoffe industriali’‘.
Bressani costruisce infatti le sue Sculture Vestite come i migliori chef preparano i loro grandi piatti.
Si parte dalla scelta del tessuto di un vestito recuperato al mercato o nei negozi vintage, cui si accompagna un lavoro manuale ed una tecnica di realizzazione unica che si è evoluta negli anni. L’esito finale è un incastro perfetto, un concentrato di tecnica e di colore che si trasforma in materia tridimensionale.
”Una chiave di lettura importante per comprendere i miei lavori è l’utilizzo di vestiti che hanno una storia. Compro abiti già fatti e finiti che vengono poi preparati (senza cuciture, bottoni, orli). Utilizzo quella stoffa che una vita molte breve perché finito il colore di quella stoffa non non ne troverò una uguale. Tutto è incastrato non c’è nulla di cucito o incollato, posso togliere e mettere il colore: una volta vestita l’opera la posso svestire e rivestire’‘ .
Qua e là si vede qualche piccolo chiodo, sarà quello il segreto?
”Il chiodo ha una funzione estetica di concetto che tiene unite le incoerenze, punto fermo in cui ruota tutto il mio lavoro”.
Stefano Bressani, nato e cresciuto a Pavia, riceve la Benemerenza Cittadina per meriti artistici nel 2015 e non dimentica le sue radici come dimostrato da molte sue opere ispirate ad alcune note architetture della città. ‘‘Essendo nato a Pavia e vivendo a Pavia, sono molto legato alle mie radici. E’ un cordone che mi piace e che mi piacerebbe mantenere vivo anche in futuro quello con la mia città’‘.
Ci salutiamo con la promessa di tornare nel suo magico mondo: il lavoro di un artista è in continua evoluzione e dal cilindro di Bressani siamo certi che uscirà sempre qualcosa di unico.
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